Data di riferimento: 701 a.C.
Popoli: Assiria, Egitto, Giuda
Profeti/Profetesse: Osea, Michea, Isaia, moglie di Isaia
Reperti importanti:
- Sigillo di Ezechia (Gerusalemme, Israele)
- Sfinge del faraone etiope Taharqa (British Museum, Londra)
- Prisma di Sennacherib (British Museum, Londra)
- Cronaca babilonese – morte di Sennacherib (British Museum, Londra)
- Bassorilievi di Lachish – tour virtuale (British Museum, Londra)
- Rovine di Lachish (Lachish, Israele)
- Tempio disacrato a Lachish (Lachish, Israele)
- Fossa comune di Lachish (Lachish, Israele)
- Tunnel di Ezechia a Gerusalemme – video (Gerusalemme, Israele)
- Lapide di un “Prefetto della Casa” (British Museum, Londra)
- Sigillo di Eliachim (Vedi Isaia 22)
Altre risorse utili: Difesa dell’unità di Isaia (E. J. Young)
Sintesi:
L’assalto al regno di Giuda da parte di Sennacherib e un evento di grande importanza nel racconto biblico. Il momento memorabile è senz’altro la disfatta dell’esercito assiro dopo la notte disastrosa in cui “l’angelo del SIGNORE uscì e colpì nell’accampamento degli Assiri centottantacinquemila uomini”. Esistono numerose testimonianze extrabibliche per questo evento. Particolarmente degne di nota sono:
- il prisma di Sennacherib in cui il re dell’Assiria stesso racconta giustifica l’assalto, registra il tributo di trenta talenti d’oro e numerosi altri beni inviati da Ezechia e, piuttosto che riconoscere la sconfitta, si vanta di aver lasciato il ribelle Ezechia “come un uccello chiuso in gabbia”;
- i bassorilievi del palazzo di Sennacherib, oggi conservati al British Museum, che rappresentano con dettagli strazianti la devastazione di Lachish (una delle principali città fortificate di Giuda);
- una delle tavolette della c.d. “cronaca babilonese” che offre una testimonianza esterna della morte di Sennacherib per mano della sua prole;
- le rovine di Lachis stessa, che testimoniano l’atroce fine dell’ultimo baluardo che proteggeva la capitale dagli assiri ma anche gli sforzi fatti da Ezechia per estirpare i culti pagani praticati dagli abitanti della città;
il tunnel che Ezechia fece scavare a Gerusalemme in vista di un probabile assedio (che tuttavia non c’è stato) che insieme alla lapide di un prefetto della casa trovata in una delle tombe scavate nella roccia di fronte a Gerusalemme e al sigillo di Eliachim ricordano quanto le parole conservate nel capitolo 22 di Isaia sono legate a un luogo e a una data precisa e non avrebbero senso se pronunciate altrove o in un momento diverso.