La Bibbia: storia o fantasia?

Leggendo i nomi di personaggi biblici quali Nabucodonosor, Sennacherib, Tirhaka, ecc. si ha l’impressione di sfogliare un testo nato dalla fantasia di qualche scrittore anonimo. Eppure basterebbe un tour dei principali musei internazionali per capire che questi nomi appartengono a persone reali.

L’invasione assira, il re di Giuda e la fortezza di Lachish…
Reperti recanti i nomi di Nabucodonosor (sopra) e di suo figlio Amil-Marduk (sotto)
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Lo stesso si può dire delle rovine di città bibliche che emergono dal suolo della terra di Israele. Consideriamo, per esempio, le porte di ingresso monumentali che caratterizzano siti come Gezer, Lachish, o Megiddo. Queste strutture impressionanti seguono tutte un unico schema: una porta di ingresso fiancheggiata da sei ampie camere, tre a destra e tre a sinistra.

Six-chambered gate at Tel Gezer CC BY SA Ian Scott
Porta monumentale della biblica Gezer (CC BY-SA 2.0) Ian Scott

Ma se le città e i loro regnanti appartengono alla realtà e non alla fantasia, che dire dei personaggi minori e degli eventi specifici narrati nelle sacre scritture?

Anche in questo caso l’archeologia ci è di aiuto. Possiamo prendere ad esempio gli uomini che – stando al libro del profeta Geremia – avrebbero fatto gettare il profeta in una cisterna. La bibbia non ci risparmia i dettagli sul loro conto, sappiamo i loro nomi, i nomi dei loro padri, il loro status presso la corte del re di Gerusalemme e, ovviamente, l’epoca in cui sono vissuti. Si tratta infatti di:

  • Sefatià figlio di Mattàn
  • Ghedalia figlio di Pascùr
  • Iucàl figlio di Selemia
  • Pascùr figlio di Malchia

Ebbene, proprio dallo strato di distruzione lasciato dall’esercito di Nabucodonosor sono emersi i negativi dei sigilli di due di queste figure minori (Ghedalia e Iucàl) in entrambe i casi i sigilli riportano il nome del padre e del figlio e la loro posizione stratigrafica (epoca babilonese) e topografica (a pochi passi dalla spianata del tempio) rendono certa l’identificazione con gli antagonisti nominati da Geremia. Lo stesso vale per un tale Ghemaria figlio di Safan, che mostrò amicizia al profeta.

Ricostruzione 3D degli annelli con sigillo di Ghemaria, Iucal e Ghedalia, e altri, basati sulle bullae (cioè le impronte negative dei sigilli) rinvenute a Gerusalemme

Ma l’utilità dell’archeologia biblica non finisce qui, incontrare la storia non solo rende più tangibile il testo biblico aiuta anche renderlo più comprensibile e più facilmente assimilabile. In somma, continua a scavare c’è molto altro da scoprire!

1 Sefatia figlio di Mattan, Ghedalia figlio di Pasur, Iucal figlio di Selamia e Pasur figlio di Malchia, udirono le parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo, dicendo: 2 “Così parla l’Eterno: ‘Chi rimarrà in questa città morrà di spada, di fame o di peste; ma chi andrà ad arrendersi ai Caldei avrà salva la vita, la vita sarà il suo bottino e vivrà’. 3 Così parla l’Eterno: ‘Questa città sarà certamente data in mano dell’esercito del re di Babilonia, che la prenderà’”. 4 I capi dissero al re: “Quest’uomo sia messo a morte! poiché egli rende fiacche le mani degli uomini di guerra che rimangono in questa città, e le mani di tutto il popolo, tenendo loro tali discorsi; quest’uomo non cerca il bene, ma il male di questo popolo”. 5 Allora il re Sedechia disse: “Ecco, egli è in mano vostra; poiché il re non può nulla contro di voi”.

Geremia 38 (Riveduta 2020)

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